Antropopsicismo

L'Antropomorfismo è definito come l'attribuzione di fattezze umane ad esseri non umani, reali o immaginari. Le divinità elleniche ne sono il classico esempio.
Il termine è composto da "antropo" e "morfo" che significano rispettivamente "uomo" e "forma".
Fu coniato dall'insigne tassonomista Linneo per la classificazione dei primati [fonte].

"Antropomorfismo" è frequentemente utilizzato anche in riferimento a caratteristiche mentali oltre che all'aspetto, il ché genera talvolta confusione.
Per esempio, la proposizione "non credo all'esistenza di un Dio antropomorfo" è ambigua poiché non è chiaro se sia riferita alle sembianze oppure alla capacità di sentimenti ed intelletto.
Perciò, ritengo che sarebbe opportuno distinguere le due accezioni introducendo un nuovo lemma, ricavandolo dalla semplice sostituzione della radice "morfo" con "psiche".

Da adesso in poi, su questo blog, per "Antropopsicismo" intenderò l'attribuzione, sovente fallace, di facoltà mentali peculiarmente umane ad esseri non umani, reali o astratti.

Sul web ho riscontrato che è alquanto ricorrente l'approccio soggettivo all'interpretazione di fatti di varia natura, ed in particolare l'attitudine all'antropopsicismo è parecchio diffusa.

Lo spettatore non si lasci coinvolgere dal triste sottofondo musicale del seguente video ed osservi l'agire del gatto.

Già dal titolo "Un Gatto cerca di Rianimare il suo Amico Morto in Strada" è implicito il presupposto che il gatto in questione sia a conoscenza dell'apparato circolatorio e sappia praticare il massaggio cardiaco. Inoltre l'amicizia è un concetto umano inopportunamente trasferito all'animale.

Francamente a me pare che l'episodio illustrato nel video vada interpretato in tutt'altro modo: il gatto (presunto rianimatore) non rendendosi conto che l'altro gatto è morto, lo tratta come se fosse vivo. Il movimento eseguito con le zampe fa parte, assieme alle fusa, delle tipiche effusioni feline, e si sviluppa nei cuccioli che, durante l'allattamento, pigiano ai lati della mammella per sollecitare la fuoriuscita del latte.

Questo genere di azioni, in etologia, si chiamano FAP (Fixed Action Patterns) [ringrazio A.F., autore del blog Lo Strano Anello, per il suggerimento].

Per di più, in alcuni momenti del video, valutando il movimento delle zampe posteriori e del bacino ed il morso sul capo del gatto morto, se ne deduce il tentativo di accoppiamento.

In definitiva, se c'è qualcosa che dimostra il precedente video, è l'incapacità dei gatti di realizzare la morte e, allo stesso tempo, l'umana propensione all'antropopsicismo.

Ma passiamo al prossimo video che, come al precedente, ha spopolato sul web: "Un Orango Salva un Uccellino che stava Affogando".

L'orango del video non sta affatto salvando l'uccellino dall'annegamento, anzi gli sta facendo del male, considerando che quello è chiaramente un pulcino di Fulica atra, un uccello acquatico come l'anatra (la superficie degli stagni è il suo ambiente naturale).
Abbia il lettore il buon senso di non commentare che le intenzioni dell'orango erano comunque buone: l'orango ha agito per la curiosità che contraddistingue i primati di raccogliere ed osservare gli oggetti.
In rete si è anche elogiato il garbo adottato dall'orango nell'usare una foglia allo scopo di non nuocere al fragile corpo dell'uccellino. In realtà, come si può notare, l'orango ha usato lo strumento come estensione dell'arto, evitando così di sporgersi eccessivamente rischiando di cadere in acqua; ed in effetti quando il malcapitato uccellino giunge sotto portata, l'orango lo agguanta grossolanamente.

La nostra è l'unica specie che si prende sistematicamente il disturbo di salvare altre specie, illudersi del contrario equivale ad antropopsicizzare.

Si è talmente desiderosi di assistere alle conferme che la Natura corrisponda ad una fantasiosa concezione idilliaca, da forzare inconsapevolmente l'interpretazione di ogni episodio vagamente equivocabile.

Recentemente mi è capitato di leggere l'articolo Un Esempio di Suicidio Animale?, il quale ha avuto una discreta risonanza sui socialnetwork, e da cui estraggo il seguente passaggio:

Nei giorni scorsi la stampa cinese ha riportato un evento che ha particolarmente sconvolto l’opinione pubblica. Si tratta del disperato gesto compiuto da un esemplare femmina di orso della luna, che ha ucciso il suo cucciolo per proteggerlo dalla tortura all’interno di una fattoria della bile in un’area sperduta nel nord della Cina [...] un testimone riferisce di aver assistito a un episodio veramente agghiacciante [...] un esemplare femmina di orso è riuscito a rompere le sbarre della sua gabbia, in seguito alle grida disperate del suo piccolo che in quel frangente subiva l’estrazione della bile. L’allevatore tuttavia, spaventato dalla reazione di mamma orsa, è corso via e l’animale, incapace di liberare il suo cucciolo, in un estremo gesto d’amore lo ha soffocato. A questo punto [...] mamma orsa si sarebbe violentemente strappata di dosso l’orribile pettorina metallica, lanciandosi intenzionalmente contro un muro. L’animale avrebbe battuto con forza il capo, stramazzando al suolo privo ormai di vita.

A parte che, ad onor di cronaca, si tratterebbe semmai di un caso di "omicidio-suicidio" e non solo di "suicidio", un simile gesto presuppone la sussistenza di autocoscienza, facoltà mentale di cui gli orsi sono privi. Non nego che l'episodio sia realmente accaduto, ciò che considero ridicolo è l'interpretazione antropopsichica ricamata su di esso.

L'approccio soggettivo è una maniera puerile ed inadeguata alla comprensione del Mondo che ci circonda, in particolare della Biologia.